Dopo “Due giorni, una notte“ e “Kill me please” continua l’avventura di Vox Populi nel mondo del Cinema: la settima arte tra riflessione e realtà.
Si è aperta la 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia. Per l’occasione, Vox Populi pubblica una recensione del film Leone d’Oro 2013, un documentario.
Di Jacopo Brogi
In un’epoca dove la finzione è regina, vince Sacro GRA.
“Il Cinema non è tale, se non rappresenta la realtà”. A Gillo Pontecorvo sarebbe piaciuto da matti questo frullato variopinto di vita quotidiana; gente comune, ma neanche tanto.
Principi e mignotte, barellieri e palmisti, pescatori e attori da fotoromanzo. Il popolo di Roma, ai confini dell’autostrada.
Sembra a distanza siderale la Grande Bellezza sorrentiniana, eppure è questione di qualche chilometro, poco più.
Alveari indistinti, palazzine di ogni forma, anonime ma ormai colme di vita. Dove siamo? Cesena, Vibo Valentia, Madrid, Lisbona, Parigi? Periferie. “Non luoghi”.
Ormai cuore della città. L’antico Centro è ricco, ma vuoto. Bello in eterno, ma senza energie. Così debole, da farsi colonia del consumo.
La sagoma di un charter sfiora le antenne televisive del palazzo di fronte. Oddio entra in salotto! Ma poi lo vedi dalla cucina: il Cupolone, allora è vero. E’ Roma.
“La palma ha la forma dell’animo umano”, un’esistenza tormentata da mille e mille parassiti che le stanno togliendo la vita. Un rumore insopportabile, quanto impressionante. Un pò quanto i manovratori e gli analisti di borsa, per non parlare dei cantori dello spread.
Un Leone d’Oro coraggioso quello attribuito a Gianfranco Rosi: esistenze comuni in primo piano, oggi più che mai ignorate e sfruttate, tra calcoli e frazioni, tra le percentuali del mese e i profitti del semestre.
Passano le ore, i chilometri e le stagioni. La vita scorre lenta sul Tevere, il vecchio pescatore tira su un bel pò d’anguille. Anche un grande giornale ha fatto un reportage sul suo lavoro, ma ormai anche l’informazione non si occupa più della realtà. “Ma com’è che a noi non ce interpellano mai??”.
Il Principe rivive in solitario gli antichi fasti nella villa di Cettolaqualunque.
L’attore di fotoromanzi mette in guardia la stellina in erba, mentre frettolosamente le cubiste si buttano sul mercato della notte.
Nelle borgate di Pasolini c’era miseria e umanità, nelle nostre, ancora non certo miseria, ma solitudine. Il problema più grande che abbiamo.
“Il Cinema non è tale, se non rappresenta la realtà” . Un plauso a Gianfranco Rosi per aver magistralmente fotografato frammenti di un’epoca.
Roma, Cesena o Madrid, ogni mondo ha il suo GRA.
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(*) = Questo testo è tratto dal volume “Nostoi Ritorni Cinema Comunicazione Neuroni Specchio”, a cura di Paola Dei – Edizioni Altravista (2014), che è stato inserito nell’Albo d’oro fra i migliori saggi del 2015 per la micro editoria di qualità Un appassionante viaggio nella filmografia internazionale che ci conduce nell’architettura composita dell’essere umano.
Nel testo viene tratteggiato il metodo PSYCOFILM elaborato da Paola Dei da molti anni in base alle proprie esperienze di vita ed la sua passione per l’arte che si è poi ampliata grazie a studi artistici e ad un approccio psicoterapeutico che si fonda sulla Scienza dell’esperienza sensibile e sull’Enneagramma.
Il testo si avvale della collaborazione di esperti di discipline diverse che arricchiscono il testo di suggestioni e ci permettono di cogliere riflessioni, desideri, dubbi, sogni dell’essere umano in luoghi sconosciuti che divengono sacri e terapeutici e che, di volta in volta, sono riassunti nello spazio di un film. Indicazioni, percorsi pratici e strumenti che, come sassolini, accompagnano i, lettore nel viaggio verso se stesso con sprazzi di suggestiva bellezza “on tre road” dove spesso l’arte disfa di notte quello che la scienza ha costruito di giorno, in un eterno divenire fra Penelope e Ulisse alla volta di una metaforica Itaca.
Sacro GRA |
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Un film di Gianfranco Rosi. Documentario, durata 93 min. – Italia 2013. – Officine Ubu uscita giovedì 19 settembre 2013
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