Fu qui, sotto il Partenone, che circa 2500 anni fa, in assembelee democratiche si decise di mandare a morte Socrate e Temistocle. Un filosofo e un ammiraglio a cui Atene, e gli ateniesi, dovevano la loro grandezza. E la loro vita.
La democrazia non ha mai avuto un solo significato. E oggi sta mostrando la sua nuova, ultima faccia.
La decisione democratica che esprimerà il popolo greco nel referendum di domenica è in reltà uno strumento nelle mani degli avversari. Questa infatti non potrà altro che spostare un equilibrio di potere solo di facciata. E, al contrario, sarà l’arma del ricatto per ogni possibile rivendicazione futura.
La Grecia non può uscire dall’Euro da sola, troppo gravosa la percentuale di debito che non è sotto sua legislazione da ricoprire in Dracme. Servirebbero i Rubli (o i Dollari) russi. Oppure potrebbe non pagare, ma si troverebbe ad affrontare una guerra mediatica senza precedenti. E qualora riuscisse a uscire senza troppe ferite si troverebbe comunque a combattere da sola in un mercato unico europeo e in trattati di libero scambio internazionali che vincolerebbero ugualmente le scelte di politica economica del governo.
I dirigenti della metà dominante di Syriza sono europeisti convinti, ma hanno sbattuto la testa di fronte alla verità del progetto neoliberista europeo, e sanno che non ci sono condizioni abbastanza favorevoli per uscire dall’euro indolore. Non le hanno mai create. E allora scelgono il solito compromesso. Ma un altro compromesso con l’Europa significherebbe una perdita di consenso tale che farebbe cadere il governo. E allora cosa fanno i nostri eroi rivoluzionari acclamati ed esaltati da tutta la sinistra italiana? Fanno fare questo compromesso al popolo.
Arrivando di fatto a memorandum scaduto, questo referendum non ha una valenza politica se non nella forma. Sarà il via libera per Syriza di trattare un’austerità light. Tutto quello che le elites europee e internazionali possono concedere a questo popolo di 11 milioni di persone.
Il popolo greco mantiene un’identità storica di facciata, ma in sostanza è ormai il classico popolo occidentale. Se in alcuni ancora si vede un’identità non stravolta dalla globalizzazione, la società intera invece si muove nella direzione di ogni società capitalistica del primo mondo. Dalle foto delle manifestazioni in piazza Syntagma sembra sempre che ci sia mezza Grecia a protestare, quando in realtà quella piazza non tiene che poche migliaia di persone. Ad Atene ci sono 5 milioni di abitanti e la manifestazione di lunedì arrivava a 30mila scarsi.
Vincerà il NO, questo è quasi sicuro. Se parli con la gente lo capisci. Ma come in ogni società occidentale, ormai, della democrazia è rimasto solo l’involucro. “Mantenere l’involucro, cambiare il contenuto” (cit. P. Barnard) E’ quello che le elites volevano, e i loro intellettuali scrissero 40 anni fa.
Un partito di sinistra (con un programma elettorale che sembra scritto da Lenin) vince col 37%, e due settimane dopo, durante la trattativa all’eurogruppo, arriva all’85% di consenso fra tutto il popolo, ma non ha la forza di portare avanti il suo programma? Firma quindi un prolungamento del memorandum criminale della Troika per 4 mesi. Oggi però, alla sua scadenza e di fronte a un ulteriore muro dell’europa, ancora non ha la forza di fare quello per cui è stato eletto, e dice: “questa è una decisione che deve prendere il popolo”. Ma il popolo l’ha già presa! 4 mesi fa! Il programma elettorale per il quale ha vinto Syriza già prevedeva la cancellazione dell’austerità.
Syriza non ha mai voluto e non vuole ora uscire dall’euro. Non ha mai mosso un dito in quella direzione ne tantomeno informato il popolo. Due giorni fa Tsipras ha ripetuto in diretta tv alla nazione che il referendum vuole un “Europa dei Valori” e non un uscita dall’Euro. E così dicono i dirigenti di Syriza a tutti il livelli del partito, durante incontri e conferenze.
Se Syriza non vuole uscire dall’euro, allora perchè far fare un referendum su una decisione che dovrebbe essere già stata presa in quanto parte del programma elettorale per cui son stati eletti?
Si potrebbe dire (come molti dicevano durante le trattative di 4 mesi fa…) che questa è in realtà una geniale mossa politica per farsi mettere nelle condizioni di farsi sbattere fuori; perchè se dopo il vittorioso NO l’europa non dovesse accettare la proposta di rinegoziazione di Syriza allora si dovrebbe uscire per forza. E lo stesso Tsipras dichiara “Mi assumo la responsabilità di una soluzione immediata”.
La realtà è che Syriza non solo è ideologicamente pro Europa, ma sa che non ha fatto niente fin’ora per contrastare la macchina mediatica e preparare il popolo a un uscita dall’Euro che, a queste condizioni, sarebbe davvero una prova di forza e coesione di tutto il popolo greco.
Anche se un uscita dall’euro non spaventa i mercati come nel 2010, la Grecia non sarà quella che uscirà per prima, non in queste condizioni, e non con questo partito. Che scarica il peso di una decisione che non ha avuto il coraggio o la capacità di prendere sul popolo.
Un popolo che è ormai, come tutti i popoli occidentali, immerso nel consumismo e nella cultura della visibilità, disabituato alla partecipazione, il cui giudizio politico è costruito su un’analisi fatta con le informazioni dei mass media…
Far passare tutto questo come il trionfo della democrazia sembra impossibile. Come a noi sembra impossibile che fu una decisione democratica, e non di un tiranno, che 2500 anni fa mandò a morte il padre della cultura occidentale.
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