Globalizzazione, tra sogni altrui e incubi quotidiani
Secondo il filosofo Fernando Savater “La realtà è ciò che oppone resistenza” e la nostra quotidianità lo dimostra.
Il rapporto Censis 2014 arriva a certificare quasi 8 milioni tra disoccupati ed inattivi. Eppure “L’Italia uscirà presto dal tunnel”, avete mai sentito queste parole?
Il Sogno americano si è tramutato in incubo globale. Per l’altra sua declinazione europea, i 25 milioni di disoccupati (al 7.2014) dovrebbero già dare la giusta proporzione al dramma che stiamo vivendo.
Altra partita è quella dei precari e dei sottoccupati, altri milioni a carrettate già nel mattatoio del Mercato libero.
Fino a qualche anno fa, persino le enciclopedie facevano fatica a definire la mondializzazione in progress: “interconnessione di…, integrazione delle…”.
Adesso sembra tutto più chiaro. Un Mercato libero planetario, la colonizzazione spietata e senza limiti del capitalismo finanziario e multinazionale.
“Il governo non è la soluzione, è il problema”. Ronald Reagan, 1981. Il Neoliberismo al potere.
Crolla il muro di Berlino, implode l’Unione Sovietica, nasce l’arteria giuridica della globalizzazione.
Il Lavoro – organizzato e rappresentato democraticamente – non è più, ciò che possa almeno limitare il Capitale e torna mero strumento di profitto. Non serve combattere, basta delocalizzare.
L’infrastruttura su cui poggia la globalizzazione è la fitta selva di trattati internazionali: l’acqua dove sguazzano le multinazionali, che hanno per leva la finanza internazionale.
Esercitare la sovranità nazionale, sia essa democratica o autoritaria, significa attaccare e forse destrutturare la mondializzazione.
Il nemico da abbattere è lo Stato, ciò che può limitarla e quindi disarticolarla. E lo Stato va abbattuto, i mercati vanno spalancati, con la Finanza o con la guerra.
Ecco cosa accomuna l’Europa al Medio Oriente.
La Chimera collettiva del popolo di imprenditori, veline e calciatori, si sta infrangendo sulla realtà.
Mercato libero planetario significa concentrazione della ricchezza e della povertà, non è prevista Terra di Mezzo.
Nell’epoca globale, “cambiare la Società dal basso” significa ripristinare la sovranità democratica degli Stati nazionali.
I media, la gran parte degli intellettuali, i politici, l’uomo della strada. “Il problema è lo Stato, meno Stato e più mercato”.
Possibile che il Reagan o il Marchionne di turno, l’operaio Piaggio, l’impiegato del catasto e la casalinga di Pordenone, abbiano gli stessi interessi di classe e la medesima visione della Società?
“La realtà è ciò che oppone resistenza”, pontifica Fernando Savater, mentre fantastica di ”Europa Unita” assieme a Matteo Renzi e Roberto Benigni.
Essenzialmente un Mercato libero continentale, con un governo tecnocratico centralizzato non eletto: il paradiso del Capitale.
Per dirla con Sigmund Freud, “I Sogni non sono mai innocenti”. Svegliarsi conviene, almeno ai più.
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