“Sovranisti“. Fino a pochi mesi fa erano dei piccoli gruppi agguerriti che portavano avanti battaglie politiche e culturali. Erano ridotti negli scantinati delle sale congressi e delle piattaforme virtuali.
Oggi sono al governo, nella maggioranza di governo o con il governo. Assieme a diversi di quegli intellettuali che prima illuminavano i sotterranei: senza strutture organizzate di riferimento, senza media e senza soldi.
Ebbene si, i “populisti” si sono tramutati in sovranisti e hanno vinto le elezioni del 4 marzo. Quindi, finalmente ci siamo: con la “manovra del popolo” inizierà la rivoluzione, o almeno, sarà il governo “del cambiamento“. Poco importa se è in costruzione l’ennesima manovra recessiva in avanzo primario; poco importa se gli esponenti di primo piano del governo continuano a ripetere quotidianamente fedeltà atlantica ed eurista. “Pura tattica“.
Nessun dubbio: meglio venir coalizzati mediaticamente contro il nemico Unione Europea, che intanto ci boccia all’esame e ci rimanda a novembre. Non avessimo ancora capito chi comanda davvero.
La speranza è troppo forte, l’attesa collettiva è trascinante, la prospettiva virtuale non potrà essere che tricolore.
Steve Bannon, stratega di Donald Trump, fonda “The Movement” e chiama a raccolta gli anti-Soros del Vecchio Continente. La Germania sarà costretta a chinare finalmente la testa e a farsi ingabbiare definitivamente ad Ovest?
Ci vuole una scelta netta, precisa: non più destra vs sinistra, già rottamate dalla Storia. Meglio sovranisti vs europeisti. Chi ha grandi media e Finanza, può.
Reddito di cittadinanza, flat tax: Friedrich Von Hayek, Milton Friedman. Liberismo estremo? Stati Uniti d’Europa?
L’importante è schierarsi, non possiamo rimanere inermi.
Tu da che parte stai?
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