Paolo Barnard scriveva in un suo articolo che il grande merito del Potere è stato quello di essere abile a non mostrarsi mai all’opinione pubblica. Riportava questa frase di Samuel Huntington, forse il più importante intellettuale liberista del secondo ‘900: “Gli architetti del Potere negli Stati Uniti devono creare una forza che sia sentita ma non vista. Il Potere rimane forte quando rimane nell’oscurità; se si espone alla visibilità del popolo, esso inizia a evaporarsi.“.
Il Potere in questione è ovviamente quello delle elites neoliberiste internazionali, e della loro grandiosa rivalsa degli ultimi 50 anni. Questo Potere ha numerose sedi, sconosciute ai più. La WTO a Ginevra, la UE a Bruxelles, la finanza tedesca a Francoforte e quella anglosassone a Londra e New York. Dimeticavo FMI e Banca Mondiale a Washington. E di molte altre minori che non ne conosco nemmeno l’esistenza. Questo Potere ha un nome ben preciso, quando gli uomini e le donne che lo rappresentano si incontrano per portarlo avanti, si chiama Gruppo Bilderberg. O Commissione Trilaterale, Aspen Institute, World Economic Forum, ecc.
Il Gruppo Bilderberg è venuto alla ribalta per il suo carattere esclusivo, per il mistero che lo circonda, essendo un club segreto. Ma non c’è niente di segreto nelle intenzioni dei partecipanti, vogliono istituire l’Ordine Sovranazionale dei Mercati, da loro stessi definito New World Order (NWO).
In questo momento si sta svolgendo la riunione annuale del Bilderberg a Chantilly, in Virginia. Sul sito ufficiale c’è la lista dei partecipanti.
Guardando la lista, simile a quella delle precedenti edizioni, ci sono due grandi nomi mancanti, i neodefunti David Rockfeller e Zbigniew Brzezinski. Ma non mancheranno di sicuro i loro discepoli. C’è ancora il 94enne Henry Kissinger, insieme a un altro nome della Kissinger Associates, John Brennan. C’è l’ex vicedirettore della CIA David Cohen, l’ambasciatore cinese negli USA Cui Tiankai, diversi nomi che ricoprono cariche politiche, senatori americani, diplomatici, leader di partiti politici, ministri delle finanze, professori di economia, giornalisti, ecc. Solita storia.
Degli italiani ci sono i fedelissimi e alcune, curiose, new entries. Se per John Elkann questa è una delle tante riunioni, per Sandro Gozi, orgoglioso esponente del PD e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei, è la prima volta.
Per Lilli Gruber è la seconda, anche se stavolta andrà senza il suo sponsor Carlo De Benedetti. E’ la seconda volta invece per Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, che circa un anno fa sentii dichiarare in un’intervista che: “..laddove non arrivano i politici devono arrivare i giornalisti..”. Uomo degli Agnelli e alfiere degli interessi delle elites occidentali. A vedere i titoli dei suoi libri: “Ebrei in Italia: un problema di identità”, “La sinistra e gli ebrei italiani”, “L’interesse nazionale. Dieci storie dell’Italia nel mondo”, “Wall Street nel Terzo Millennio”, “La Libertà e i suoi nemici”, “George W. Bush e la missione americana”, “L’Italia vista dalla CIA”, “Gli ebrei di New York”, ma soprattutto: “Cowboy Democratici. Chi sono e in cosa credono i liberal che vogliono conquistare la Casa Bianca e cambiare il mondo”, direi che se l’è ampiamente meritato!
Un’altro che se l’e ampiamente meritato è Beppe Severgnini, orgoglioso alfiere del liberismo e del globalismo (il globalismo è insito e consustanziale al liberismo), fine ed eloquente operatore della manipolazione e della dissimulazione massmediatica. L’ho notato in questi ultimi anni, nelle sue trasmissioni o apparizioni televisive, ha fatto davvero un gran lavoro; se fossi stato nel direttivo del Bilderberg l’avrei invitato anch’io!
Ma il nome stupefacente (ma non troppo) è Fabiola Gianotti, direttrice del CERN di Ginevra. Mi ricordo quando un’altro grande alfiere del liberismo, Fabio Fazio, la invitava in trasmissione per portarla ad esempio delle nuove generazioni di ragazzine. Che il liberismo vuole farne donne ambiziose, capaci operatrici del mercato e portatrici insane del germe dell’ideologia. Non più portatrici della vita, dei figli della futura società. Chissà se elites riusciranno a tramutare la sua passione per la scienza nella passione per il liberismo? Secondo me si.
In ogni caso, l’affermazione di Huntington e questa lista dovrebbero spingerci a una riflessione: perchè questi nomi della lista giungono a noi comuni mortali? Forse perchè non sono che vassalli e alfieri. E allora, chi sono i loro Re?
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